I sistemi regionali per l’orientamento: il progetto obiettivo orientamento piemonte
Inizia con questa intervista un viaggio lungo la nostra Penisola per capire quali sono e come funzionano i sistemi di orientamento delle Regioni. L’orientamento rappresenta infatti una leva strategica nella lotta a fenomeni complessi con costi sociali molto elevati come la dispersione scolastica e universitaria, il fenomeno dei NEET e la disoccupazione lavorativa. Sempre più persone, nel corso della propria vita, hanno la necessità di orientarsi (nella scelta della scuola e dell’Università, nella scelta della professione da svolgere o nella decisione di diventare imprenditori) o di “riorientarsi” (durante la propria carriera, per scelta o per necessità). Per questo motivo i servizi di orientamento devono essere accessibili e forniti con continuità nel territorio, anche da enti diversi, ma all’interno di un “sistema regionale” che possa assicurare qualità dei servizi e professionalità adeguate a tutela delle persone che ne hanno bisogno e che hanno il diritto di poterne usufruire.
In Italia, non siamo all’anno zero e tutte le Regioni, in modi diversi, stanno affrontando questa sfida dell’orientamento, partendo dai progetti nelle scuole, dai servizi offerti dai Centri per l’Impiego e fino ad arrivare ad iniziative rivolte agli adulti nell’ambito della formazione permanente.
Il nostro “viaggio” alla scoperta di queste esperienze, inizia dal Piemonte, Regione che ha una lunga e ricca tradizione in questo ambito, incontrando la dottoressa Raffaella Nervi, referente regionale per l’orientamento e coordinatrice del progetto regionale OBIETTIVO ORIENTAMENTO PIEMONTE, caratterizzato da uno specifico “traguardo strategico condiviso: fare sistema, ma soprattutto essere un sistema, nell’ottica di trasferire omogeneamente su tutti i territori competenze, innovazione, opportunità.”
Dottoressa Nervi, grazie per la disponibilità. Innanzitutto, quanto ritiene importante lo sviluppo e il consolidamento di un sistema regionale di orientamento?
Oggi più che mai l’orientamento si fonda su un lavoro quotidiano e costante di tutti coloro che, a vario titolo, contribuiscono alla crescita e alla formazione delle nuove generazioni.
Quando ci si riferisce al sistema di orientamento regionale si valorizza un programma strategico pluriennale: Obiettivo Orientamento Piemonte (OOP), rappresenta un percorso in cui sono coinvolti, accanto alla Regione Piemonte, scuole, centri di formazione, esperti, professionisti, operatori, insegnanti, imprese, fondazioni bancarie ed altri enti. Si tratta di un insieme di soggetti che ha a cuore la realizzazione personale e professionale dei nostri giovani, dall’infanzia fino al mondo del lavoro, nell’ottica di contribuire a proporre un unico processo in grado di facilitare la realizzazione consapevole e autonoma della persona.
I servizi per l’orientamento sono rivolti prima di tutto a giovani, adolescenti e alle loro famiglie, ma anche a tutti gli operatori che quotidianamente si spendono e si impegnano per il successo formativo dei nostri studenti. Abbiamo lavorato insieme per più di tre anni, condividendo obiettivi, metodi, esperienze, con momenti di confronto e di gratificazione, sempre comunque rivolti ad un traguardo strategico condiviso: fare sistema, ma soprattutto essere un sistema, nell’ottica di trasferire omogeneamente su tutti i territori competenze, innovazione, opportunità.
Quanti sono stati i giovani coinvolti in questa prima triennalità? Come sono organizzate le attività?
Il progetto OOP, nel triennio 2016 – 2019, ha coinvolto circa 140 mila ragazzi e ragazze dagli 12 ai 22 anni in attività di orientamento costruite con il territorio e sul territorio che comprendevano una rete di oltre 170 sportelli territoriali gratuiti; colloqui e consulenze individuali; seminari informativi e percorsi di educazione alla scelta nelle scuole secondarie di I e II grado; guide di orientamento on-line; ricerca mirata di informazioni utili a sostenere le scelte; iniziative di contrasto alla dispersione scolastica; un palinsesto di open days e saloni di orientamento.
L’intervento si è sviluppato sui territori grazie anche alla costante collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte e con Agenzia Piemonte Lavoro e naturalmente con le loro articolazioni territoriali (uffici scolastici territoriali e centri per l’impiego).
All’interno di questa strategia regionale per l’orientamento è possibile individuare degli assi portanti?
Direi che ne potremmo individuarne quattro:
– l’orientamento come progetto educativo condiviso per andare oltre la ‘frammentazione’ degli interventi e condividere un modello teorico metodologico di riferimento che guidi l’azione;
– il lavoro in rete quale strumento per creare un sistema integrato di collaborazione con scuole, comuni, centri per l’impiego, servizi sociali, associazioni, per creare un tessuto di servizi che risponda ai fabbisogni orientativi dei giovani;
– i luoghi dell’orientamento come elemento di differenziazione delle azioni orientative e di strutturazione di partnership diversificate;
– la prevenzione e il contrasto all’abbandono scolastico come uno degli obiettivi cardine verso cui l’orientamento può portare un contributo importante e specifico.
Questi temi sono stati anche oggetto di quattro workshop realizzati nel territorio regionale nel mese di marzo 2019 per partire dagli ottimi risultati raggiunti nel primo trienno a gestione regionale delle risorse POR FSE assegnate e programmare in modo ancora più efficace i lavori del prossimo triennio 2019 -2022.
In particolare, costruire un sistema in cui l’orientamento diventasse un ‘progetto educativo condiviso’ ha significato costruire un linguaggio comune tra i soggetti coinvolti in cui l’orientamento fosse riconosciuto come processo articolato, un continuum in termini di servizi che non intervengono unicamente nelle scelte/transizioni, ma che accompagnano lo studente nel muoversi verso il proprio futuro, che consentono la sua acquisizione progressiva di consapevolezza di aspirazioni, talenti, capacità, aspettative che via via si confrontano con contesti e opportunità. In questa prospettiva, abbiamo scelto di utilizzare a livello regionale uno strumento moderno di orientamento, come SORPRENDO, al fine di condividere una risorsa digitale comune e favorire le attività di consulenza individuale e di gruppo.
In questo processo è stato molto interessante prendere parte, come Amministrazione Regionale, al progetto europeo MYFUTURE. Ci siamo confrontati con il framework europeo delle Career Management Skills nel quale abbiamo trovato sia una conferma alla nostra scelta di lavorare su un modello di orientamento come processo lungo tutto l’arco della vita sia uno stimolo per riflettere sull’importanza di un modello di competenze di orientamento condiviso dai diversi soggetti coinvolti in un sistema territoriale di orientamento. Inoltre, abbiamo sperimentato con alcune scuole il modello sulla qualità dell’orientamento a scuola elaborato dal progetto MYFUTURE a cura del Professor Ronald Sultana dell’Università di Malta. Il tema della qualità dell’orientamento è un tema molto importante e direttamente collegato alla capacità di un sistema di orientamento di supportare efficacemente lo studente ad acquisire quelle competenze di orientamento utili per compiere scelte consapevoli riguardo al proprio futuro.
Parlando di futuro, quali sono i prossimi passi del sistema regionale di orientamento della Regione Piemonte?
Ad aprile 2019 è stata approvata la DGR 21-8805/19 con l’atto di indirizzo sul ‘Sistema regionale di interventi per l’orientamento a supporto delle scelte e delle transizioni – target adolescenti e giovani. Periodo 2019-2022’ che conferma l’impegno e l’investimento della Regione Piemonte nel consolidamento di un sistema di orientamento permanente regionale con una particolare attenzione ad azioni finalizzate alla qualificazione della rete e dell’offerta orientativa offrendo ai giovani e alle loro famiglie servizi, risorse e strumenti utili per acquisire quelle competenze fondamentali per orientarsi in una società complessa e dinamica come quella attuale.
Ringraziamo la dottoressa Nervi per aver condiviso con noi e i nostri lettori il percorso che la Regione Piemonte sta portando avanti con determinazione da diversi anni e che rappresenta uno dei modelli più strutturati e rilevanti nel panorama nazionale.