Farmaceutico: i numeri di un settore in crescita anche in termini occupazionali

Il settore farmaceutico è uno dei pochi settori che, in Italia, ha risentito solo marginalmente della crisi economica e che anzi, in termini di occupazione, ha registrato un trend positivo. Il pre-consuntivo del 2016 a cura di Farmindustria parla di una produzione che supera i 30 miliardi, con una crescita, a ottobre, rispetto al 2015, del 5,3% e una media del +2,3% in dieci mesi, con ordini ancora in crescita nell’ultimo bimestre dell’anno per il solido incremento delle vendite all’estero. A fare da traino è l’export, che tocca quota 21,3 miliardi. Questi dati sono da leggere anche alla luce dell’importante investimento che questo settore dedica all’innovazione e alla ricerca (è il settore che investe di più in questo ultimo ambito) e che gli garantisce un alto livello di competitività sul mercato.

Secondo il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, intervistato da IlSole24ore, la farmaceutica in Italia “è decisamente in salute. Abbiamo la possibilità concreta di diventare un hub europeo. Gli investimenti in R&S, d’altra parte, sono cresciuti in breve tempo del 16% e l’attuale quota di mercato è del 19%, sempre in aumento”.

A livello occupazionale, il settore ha raggiunto quota 64.000 (indotto escluso) con un +1% nel 2016 e le professioni più richieste del settore si sono nel tempo diversificate e adattate al nuovo contesto economico: si parla di responsabile del servizio di farmacovigilanza; product manager farmaceutico; clinical research associate; responsabile affari regolatori; market access specialist; quality control analyst. In tutti questi profili il comune denominatore è una formazione di alto livello in ambito tecnico scientifico, ottima conoscenza dell’inglese e dell’informatica.

Proviamo ad analizzarne una: Responsabile del servizio di farmacovigilanza

Il responsabile del servizio di farmacovigilanza si occupa di gestire tutte le attività di verifica previste per garantire la sicurezza dei farmaci disponibili in commercio. A questo scopo, utilizza sistemi informativi specifici per raccogliere tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse, gravi e inattese dei farmaci, per elaborare report periodici e garantisce un corretto e rapido flusso delle informazioni.

ATTIVITA’ LAVORATIVA 
La farmacovigilanza si è sviluppata per garantire un controllo sull’efficacia dei farmaci anche dopo l’autorizzazione alla messa in commercio che viene rilasciata in base ai risultati degli studi clinici sui singoli farmaci. Negli studi clinici infatti, le persone coinvolte nella sperimentazione sono sempre di numero limitato e selezionate nelle loro caratteristiche, questo non permette di valutare al 100% tutti i rischi e benefici del farmaco.
Per questo motivo, il responsabile del servizio di farmacovigilanza nelle aziende farmaceutiche svolge dei compiti precisi volti al controllo di normativa e sicurezza del farmaco:
– raccoglie tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse, gravi e inattese (generalmente raccolte dagli informatori scientifici del farmaco presso gli operatori sanitari) e, in particolare, i moduli dove gli operatori sanitari descrivono nel dettaglio ciò che è successo con l’uso del farmaco;
– elabora i rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (Periodic Safety Updated Report – PSUR) e trasmette al sistema nazionale di farmacovigilanza (Agenzia Italiana del Farmaco, Istituto Superiore di Sanità) le segnalazioni di sospette reazioni avverse gravi e inattese; 
– comunica all’Ufficio di Farmacovigilanza del Ministero della Salute qualsiasi iniziativa adottata da altri Paesi in cui il farmaco è commercializzato sui propri prodotti, per motivi di sicurezza;
– gestisce la corretta informazione agli operatori sanitari in ambito di sicurezza del farmaco grazie soprattutto all’attività degli informatori scientifici del farmaco ogni qualvolta un nuovo farmaco riceve l’autorizzazione per l’immissione in commercio (AIC); 
– aggiorna i medici prescrittori dei propri farmaci con le note informative e gli aggiornamenti sulla sicurezza nel caso di nuove informazioni sul profilo di tollerabilità del prodotto.
I tempi e le modalità per l’esecuzione di tali compiti sono stabiliti dalla Direzione Generale per la Valutazione dei Medicinali e la Farmacovigilanza del Ministero della Salute, oltre che dalle Standard  Operative  Procedures  (SOP)  di  ciascuna  azienda.
Nella gestione delle sue attività, il responsabile del servizio di farmacovigilanza utilizza soprattutto sistemi informatici specifici per la raccolta e la gestione delle informazioni oltre alle classiche tecnologie per la comunicazione come la e-mail e il telefono.
Questa figura è di solito alle dipendenze della Direzione Generale e si relaziona con:
– il Laboratorio e l’ufficio Affari Regolatori per la gestione dei problemi di sicurezza dei farmaci;
– l’area commerciale per la diffusione dell’informazione sulla sicurezza e la raccolta delle segnalazioni sulle reazioni avverse, gravi e inattese sui farmaci (soprattutto tramite l’attività degli informatori scientifici del farmaco). 
Inoltre, per le comunicazioni e il monitoraggio delle normative, il responsabile del servizio di farmacovigilanza si relaziona con Enti e Autorità di farmacovigilanza (non solo nazionali se l’azienda lavora anche con l’estero).
La delicatezza e l’importanza delle attività gestite da questa figura comportano un alto livello di responsabilità e richiedono anche un elevato livello di autonomia nella loro gestione.
Infine, l’attività lavorativa viene svolta quasi esclusivamente in ufficio all’interno di un orario mediamente strutturato sulle 8 ore giornaliere (dalle 9 alle 18) per 40 ore settimanali.

CONOSCENZE E CAPACITA’ PROFESSIONALI 
Se vuoi diventare un responsabile del servizio di farmacovigilanza devi essere in grado di gestire tutti gli aspetti della farmacovigilanza, da quelli scientifici a quelli normativi. 
In specifico, è importante possedere competenze specifiche nei seguenti ambiti: 
– scienze biologiche, chimica e tecnologie farmaceutiche, medicina, farmacia o veterinaria per comprendere tutti gli aspetti dei prodotti farmaceutici commercializzati dall’azienda; 
– normativa nazionale sulla sicurezza dei farmaci (anche internazionale se l’azienda lavora con l’estero), normativa sanitaria, normative che definiscono gli standard tecnici, qualitativi e di sicurezza dei prodotti farmaceutici in commercio da parte dell’azienda; 
– metodologie statistiche e di management dei dati collegate a buone competenze informatiche.
Inoltre, la conoscenza di una lingua straniera, solitamente inglese, è sempre richiesta ed in particolar modo se l’azienda lavora anche con l’estero.
Per svolgere questo lavoro devi essere una persona precisa, organizzata e attenta ai dettagli. L’aspetto relazionale è molto importante quindi devi essere un buon comunicatore e saper individuare soluzioni (capacità di problem solving) in situazioni che possono essere anche molto delicate.

OPPORTUNITA’ DI LAVORO
In Italia, questa figura è prevista come obbligatoria per legge sia all’interno di tutte le aziende farmaceutiche che presso le strutture sanitarie, il Ministero della Salute, Agenzie o Enti, quali le Regioni, preposti a tali compiti.
In particolare per le aziende farmaceutiche è necessario garantire la presenza di un responsabile del servizio di farmacovigilanza adeguatamente qualificato e con documentata esperienza in tutti gli aspetti della farmacovigilanza.
Nel caso in cui l’azienda sia di grandi dimensioni, solitamente sono presenti degli addetti alla farmacovigilanza che gestiscono l’operatività e il responsabile del servizio di farmacovigilanza assume in questo caso soprattutto compiti di coordinamento e supervisione delle attività.

PERCORSO FORMATIVO
Per esercitare questa professione viene normalmente richiesto il possesso di una laurea in materie tecnico scientifiche (medicina e chirurgia oppure in farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche, biologia, chimica).  Successivamente è possibile accedere a diverse opportunità di specializzazione in farmacovigilanza (es. master).
Può essere utile cominciare il proprio percorso formativo con un diploma di scuola secondaria di secondo grado di Liceo Scientifico o di Istituto tecnico settore Tecnologico indirizzo chimica, materiali e biotecnologie che permettono di acquisire delle buone basi di tipo tecnico scientifico.

(Fonte: Il software SORPRENDO per l’orientamento – www.sorprendo.it)