Conferenza di tallinn: 6 priorità per i sistemi di orientamento europei
L’orientamento permanente rappresenta un servizio fondamentale per tutti i cittadini europei, in un contesto in cui i cambiamenti socio-economici e tecnologici sono sempre più rapidi e imprevedibili. Nell’ambito del semestre di Presidenza EU dell’Estonia si è svolta a Tallinn la Conferenza Europea sulle politiche per l’orientamento permanente, con la partecipazione delle principali istituzioni europee e nazionali che si occupano di orientamento, la rete Euroguidance, il team di ricerca del Cedefop, ricercatori ed esperti di orientamento.
Il documento finale, a conclusione dei lavori, ha evidenziato 6 aree di priorità per adeguare i sistemi di orientamento alle nuove sfide della complessità dei mercati del lavoro e dello sviluppo delle tecnologie.
- Sviluppare servizi integrati per l’orientamento lungo l’arco della vita
- Garantire supporto e orientamento a gruppi più vulnerabili
- Aiutare gli individui a navigare meglio nella complessità dei mercati del lavoro e le imprese a trovare le persone con le competenze richieste
- Migliorare le competenze dei professionisti di orientamento in base all’evoluzione delle informazioni sui mercati del lavoro e al rapido sviluppo tecnologico e dei media
- Usare l’apprendimento tra pari per promuovere l’innovazione e la cooperazione istituzionale
- Migliorare la gestione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche e delle pratiche di orientamento.
L’orientamento permanente aiuta gli individui a progredire nella propria carriera attraverso l’accesso allo studio, alla formazione continua e al lavoro. Quello che oggi viene definito Lifelong Guidance (orientamento per tutto l’arco della vita) è un sistema che garantisce ad ogni persona di poter gestire positivamente e consapevolmente le transizioni tra i diversi sistemi e contesti, acquisendo quelle competenze per orientarsi sulla base di adeguate informazioni sul mondo esterno e processi di valutazione e scelta collegati alle proprie caratteristiche e priorità personali.
Entro il 2020 si prevede che tutta la popolazione mondiale sarà in grado di connettersi a Internet. Per la prima volta nella storia umana ogni persona avrà accesso alla più grande fonte di contenuti mai sviluppata prima d’ora. Le conseguenze di questa nuova realtà impongono una grande riflessione sui modelli e sul ruolo dei futuri sistemi di orientamento.
Il documento di Tallinn indica 6 aree strategiche di sviluppo dei sistemi territoriali in Europa per garantire ai cittadini il diritto all’orientamento e per prevenire e ridurre l’abbandono scolastico e la disoccupazione di lunga durata. Il documento raccoglie elementi e riflessioni elaborate dai gruppi di lavoro internazionali e dagli esperti del Cedefop e della rete Euroguidance.
Sviluppare servizi integrati per l’orientamento lungo l’arco della vita
Gli ultimi dieci anni hanno registrato numerose iniziative per il miglioramento e l’implementazione dei sistemi nazionali e regionali di orientamento, in base alle indicazioni della Risoluzione Europea del 2008 sull’orientamento permanente (Lifelong Guidance). In molti Paesi sono stati costituiti forum nazionali e tavoli di coordinamento sulle politiche di orientamento, includendo i principali enti e le istituzioni nazionali e territoriali di riferimento dei diversi settori coinvolti nell’orientamento (dall’istruzione alla formazione, dai servizi per il lavoro e l’occupazione ai dipartimenti per le politiche giovanili e l’inclusione sociale). Nonostante questi importanti passi in avanti, permane una frammentazione dei servizi sia all’interno dei diversi sistemi sia a livello territoriale, talvolta con l’assenza di una visione comune, centrata sui bisogni dei singoli utenti. Mancano inoltre pratiche in grado di integrare i diversi servizi e le risorse informative.
Garantire supporto e orientamento a gruppi più vulnerabili
Garanzia Giovani ed altre iniziative di prevenzione dell’abbandono scolastico hanno dimostrato in molti Paesi quanto importante sia la cooperazione territoriale ed il coinvolgimento di attori e settori diversi nell’ambito delle politiche per l’orientamento. Al tempo stesso sono emersi anche i limiti di programmi vincolati ai finanziamenti UE e alla logica di gestione per progetti di servizi di orientamento che invece sono fondamentali e che dovrebbero essere maggiormente integrati all’interno dei sistemi di riferimento.
Se pensiamo che il 40% della forza lavoro dell’UE sta lavorando con contratti a tempo determinato e temporanei, si comprende come l’orientamento permanente rappresenti un asset fondamentale a supporto di tutti i sistemi coinvolti.
L’orientamento è una responsabilità condivisa tra i sistemi dell’istruzione, della formazione, del lavoro, delle politiche giovanili, dell’apprendimento degli adulti, della validazione delle competenze professionali, dei servizi sociali e delle politiche per l’inclusione, ma le persone spesso devono passare attraverso una gamma di giurisdizioni amministrative diverse per poter completare le transizioni nell’apprendimento e nel lavoro e diventare cittadini attivi.
Si tratta quindi di coinvolgere il maggior numero di attori istituzionali in un sistema di orientamento che possa creare molteplici punti di accesso e facilitare le transizioni delle persone verso la vita attiva, con particolare attenzione ai soggetti più deboli e a rischio di marginalità.
Aiutare gli individui a navigare meglio nella complessità dei mercati del lavoro e le imprese a trovare le persone con le competenze richieste
Viene definita Labour Market Intelligence (LMI) e rappresenta la nuova frontiera nella gestione di grandi quantità di dati sul mercato del lavoro che possono diventare risorse fondamentali per l’orientamento se messe a disposizione di ogni cittadino e delle imprese. Questi sistemi informativi, grazie alle nuove tecnologie digitali possono fornire elementi utili per conoscere le professioni più adatte alle caratteristiche delle persone, per valutare l’andamento dei settori e l’evoluzione delle diverse attività lavorative. SI tratta di investire su sistemi affidabili, trasparenti, facili da usare, anche nell’ambito dei sistemi educativi e dei servizi per il lavoro.
Alcuni strumenti LMI sono stati sviluppati con finalità statistiche e non sono facilmente utilizzabili nell’orientamento. La carenza di risorse LMI può essere considerata come una delle debolezze di molti sistemi nazionali di orientamento. Anche il coinvolgimento attivo dei datori di lavoro è una delle sfide per l’orientamento, in quanto rappresentano una fonte informativa fondamentale sul mercato del lavoro per creare risorse LMI da utilizzare nell’ambito dell’orientamento.
Le tecnologie digitali consentono oggi di elaborare e rendere accessibili informazioni personalizzate a supporto delle attività di orientamento e rappresentano la più grande sfida dei futuri sistemi di orientamento (si veda ad esempio il progetto MyFuture).
Migliorare le competenze dei professionisti di orientamento in base all’evoluzione delle informazioni sui mercati del lavoro e al rapido sviluppo tecnologico e dei media
Rimangono ancora evidenti e significative le diversità di competenze e qualificazioni richieste dagli Stati ai professionisti dell’orientamento. Così come diversi sono i percorsi offerti nella formazione iniziale e continua per l’accesso ai diversi profili di carriera in questo delicato settore.
Anche nei modelli più consolidati, mancano adeguati moduli e percorsi dedicati allo sviluppo e all’uso di risorse LMI per l’orientamento e alle competenze nell’utilizzo dei social media.
I datori di lavoro e altri potenziali attori del sistema sono raramente consultati o coinvolti nella progettazione e nella valutazione dei programmi di formazione dei professionisti dell’orientamento.
In futuro le risorse digitali e il web saranno strumenti fondamentali per erogare e garantire l’accesso ai servizi di orientamento.
Usare l’apprendimento tra pari per promuovere l’innovazione e la cooperazione istituzionale
Nell’ultimo decennio si è assistito alla progressiva digitalizzazione dei servizi di orientamento con un significativo miglioramento dell’accesso ai dati disponibili sul mercato del lavoro. L’integrazione delle tecnologie digitali però non sempre è stato adeguatamente sorretto da un adattamento delle metodologie e dei modelli organizzativi dei servizi. L’innovazione è spesso l’anello debole del processo di cambiamento organizzativo, soprattutto quando è poco pianificata e gestita in modo insufficiente, con effetti negativi e sviluppata non in modo omogeneo. Nonostante la disponibilità di numerose buone pratiche, come i servizi One Stop Shop, i processi di apprendimento e trasformazione dei servizi sono lenti e incontrano molti ostacoli. Allo stesso tempo, anche la cooperazione tra servizi pubblici e con gli attori del mercato del lavoro non riesce a produrre adeguati livelli di condivisione e partecipazione a livello di territoriale.
Migliorare la gestione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche e delle pratiche di orientamento.
Pochi paesi effettuano una raccolta sistematica dei dati di gestione, monitoraggio e valutazione dei servizi di orientamento. Laddove esistono sono soprattutto collegati all’orientamento erogato presso i servizi pubblici per l’impiego (PES).
Questa grande carenza di dati è una debolezza dei sistemi di orientamento permanente che non sono in grado di “provare” e fornire adeguate evidenze dell’impatto positivo che i servizi hanno sui sistemi educativi, sui mercati del lavoro, sui percorsi di carriera delle singole persone.
L’esigenza di migliorare questo aspetto di gestione è fondamentale per promuovere le politiche dell’orientamento, per progettare servizi centrati sui bisogni degli utenti, per migliorare l’efficienza organizzativa.