Career education: l’orientamento deve partire dalla scuola

Una recente indagine intitolata „Ghost” ha esplorato le radici del fenomeno dei NEET (i giovani che non studiano e non lavorano) individuando una chiara correlazione tra questo fenomeno e la dispersione scolastica: 1 ragazzo su quattro, tra quelli considerati NEET, infatti, ha alle spalle un percorso scolastico legato all’abbandono scolastico. L’Italia (con il 17% di abbandono nel 2013, con un picco del 20,2 tra i ragazzi e 13,7 tra le ragazze) è in fondo alla classifica europea rispetto ai tassi di dispersione, ben lontana da Paesi dove l’orientamento a scuola e la Career Education sono azioni da tempo consolidati (in Germania 9,5%, in Francia 8,5%). Il divario con l’Europa aumenta se guardiamo ai dati regionali, con Sardegna al 24,3 , Campania al 22,2% e Puglia al 19,9%.

L’indagine in particolare sottolinea come nelle testimonianze raccolte sia quasi del tutto assente l’esperienza dell’orientamento, sia nel passaggio verso le scuole secondarie, sia verso percorsi successivi.

Per molti giovani e per le rispettive famiglie le scelte legate al futuro rappresentano momenti di grande incertezza e difficoltà, aggravati da una situazione economica generale che non offre chiare indicazioni rispetto alle prospettive occupazionali.

Secondo le Risoluzioni Europee in materia di orientamento e le recenti Linee Guida Nazionali sull’Orientamento, le attività di orientamento dovrebbero accompagnare le persone lungo tutto l’arco della vita e promuovere l’apprendimento di competenze utili alla gestione della propria carriera formativa e professionale. Nei documenti più recenti si parla infatti di Career Management Skills ovvero di quelle competenze che permettono ai cittadini di prendere decisioni e perseguire i propri obiettivi di sviluppo personale e professionale.

Nel nostro Paese su questo tema esiste un vuoto dal punto di vista dei programma educativi e forse anche un gap culturale, tanto che a scuola si parla pochissimo di professioni, quasi fosse un tabù. Anche il concetto anglosassone di “career” non trova in realtà una piena corrispondenza con quanto nella nostra lingua evoca invece il concetto di “carriera”. Sarebbe invece estremamente utile ripensare ad un’idea nuova e positiva di carriera formativa e professionale, intesa non come una scelta casuale, ma bensì come un quotidiano percorso di costruzione dell’identità personale nell’apprendimento e nel lavoro. Questa progressione non necessariamente deve essere verticale, ma può essere pensata e vissuta come un’esplorazione ed un ampliamento dei propri saperi e delle proprie esperienze, in modo consapevole.

Le azioni di orientamento devono aiutare le persone a comprendere le proprie potenzialità e a gestire il proprio percorso di sviluppo formativo e professionale. In molti contesti Europei azioni di Career Education a scuola hanno già una lunga tradizione e partono dalla scuola primaria (si veda ad esempio www.wideningthefuture.eu). I docenti propongono agli alunni attività di conoscenza ed esplorazione delle professioni, con strumenti informativi, software sulle professioni e materiali didattici elaborati proprio per promuovere la capacità di “governare” in modo autonomo e quanto più possibile in modo gratificante le proprie future scelte formative e professionali.

In Italia le recenti Linee guida nazionali per l’orientamento permanente del Ministero dell’Istruzione (Prot. 4243 del 19 febbraio 2014) hanno sottolineato in modo molto chiaro questa esigenza di promuovere la cultura del lavoro e la conoscenza delle professioni a scuola, fin dalla scuola primaria. Ed esistono già iniziative e proposte operative molto concrete in questa direzione in diverse aree del nostro Paese. Lo stesso MIUR, nell’ottica di individuare strumenti didattici in questo specifico ambito, ha sperimentato il software S.Or.Prendo (www.sorprendo.it) a livello nazionale in circa un centinaio di scuole secondarie di primo e secondo grado. Questo software consente infatti agli studenti di esplorare le professioni, comprenderne le caratteristiche e le differenze, confrontandole con le proprie aspirazioni e motivazioni. Lo strumento consente ad ogni singolo studente di costruire progressivamente un proprio piano di orientamento alla “carriera” formativa e professionale.

Nella nuova riforma della scuola (Legge n.107/2015) un ruolo centrale per l’orientamento è affidato all’alternanza che diventa componente strutturale della formazione “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti”. Anche in questo caso però diventa fondamentale un’azione preventiva di “Career Education”, di orientamento e conoscenza delle professioni.

Obiettivo principale della Career Education è l’apprendimento (anche tramite esperienza) di quelle che l’Europa ha definito Career Management Skills (le competenze per “governare” la propria carriera formativa e professionale). In Italia non esiste ancora un framework riconosciuto e condiviso: l’Università di Camerino ha da poco avviato una partnership internazionale per definire una proposta e a breve saranno diffusi i primi risultati: www.leaderproject.eu.