La questione cruciale dell’alternanza. come potenziare i percorsi di apprendimento e orientamento.

Il nuovo anno scolastico si apre con la questione cruciale del consolidamento dell’alternanza scuola lavoro: per tutte le scuole si tratta infatti di potenziare gli strumenti ed i modelli di preparazione e di gestione dei percorsi di apprendimento in azienda, che raddoppiano coinvolgendo sia gli studenti del III anno e sia tutti gli studenti del IV anno, che hanno già realizzato l’esperienza di alternanza nei mesi scorsi e ai quali andranno proposte nuove opportunità in linea con le aspirazioni e le esigenze emerse dalle valutazioni del primo percorso e coerenti con l’orientamento professionale di ogni signolo studente.

Questo secondo anno di progettazione e realizzazione dell’alternanza farà infatti emergere la stretta e fondamentale connessione tra il sistema di gestione dei percorsi di alternanza e la disponibilità di un modello efficace e strutturato di orientamento in grado di preparare e accompagnare ogni studente nel proprio soggettivo percorso di costruzione di un obiettivo professionale, coerente e realistico, rispetto alle caratteristiche individuali, alle potenzialità e ai contesti di riferimento.

Per consolidare e allargare ad una platea più ampia di studenti la modalità di apprendimento in alternanza scuola lavoro, dopo un impegnativo anno di avvio, non è sufficiente concentrarsi sulla primaria esigenza di individuare un numero adeguato di “posti” presso le aziende e le organizzazioni del territorio, ma è invece necessario dotarsi di una sistema efficace di orientamento, in grado di far emergere, raccogliere, analizzare e registrare le caratteristiche soggettive e le aspirazioni professionali di ogni studente per organizzare la ricerca delle opportunità di alternanza in modo più efficace e coerente.

La metodologia didattica dell’alternanza presenta infatti alcuni aspetti che la rendono molto diversa e più complessa della tradizionale didattica in aula: è fondamentale preparare gli studenti ad un’esperienza di apprendimento che si svolgerà in contesti che non hanno necessariamente una finalità formativa, ma che rappresentano uno dei possibili punti di arrivo del proprio percorso di studio e di realizzazione professionale. Per questo motivo accanto ad una progettazione dei percorsi fortemente centrata su modalità di apprendimento non formale, è fondamentale integrare all’interno del sistema di gestione dell’alternanza un adeguato sistema di orientamento, in grado di offrire ad ogni studente spazi soggettivi e personalizzati di riflessione.

Come possiamo quindi garantire a tutti gli studenti le migliori opportunità di apprendimento in contesti professionali reali? E soprattutto, come possiamo garantire che le opportunità proposte possano rappresentare per ogni studente il percorso più logico e coerente di avvicinamento alla scelta professionale?

Inoltre, per garantire la valorizzazione della fondamentale valenza orientativa dell’alternanza, ogni scuola ha necessità di dotarsi di alcune risorse essenziali per:

–              Assicurare ad ogni studente una adeguata conoscenza delle professioni esistenti ed emergenti

–              Promuovere l’analisi, la comprensione e la comparazione di professioni diverse, in modo da considerare i contesti e le situazioni che possono rispondere meglio alle esigenze, al potenziale e alle caratteristiche soggettive di ogni studente

–              Stimolare la riflessione personale sulle motivazioni e sulle aspirazioni professionali di ogni studente, per poter includere nel percorso di alternanza quelle esperienze che sono più compatibili con tali obiettivi e aspettative

–              Offrire agli studenti anche spazi e strumenti per gestire situazioni negative e criticità che possono emergere e rendere necessari uno o più momenti di riflessione e valutazione personale, per una ridefinizione dei propri obiettivi professionali e del percorso stesso di alternanza

–              Conservare traccia di ogni percorso per valutarne gli esiti di apprendimento e per valorizzare il processo di orientamento e di progressivo consolidamento dell’identità professionale di ogni studente.

Costruire un sistema di alternanza per una platea di studenti molto più ampia rispetto al passato e con delle specifiche indicazioni di realizzazione (previste a livello nazionale) richiede, da un lato, un’elevata capacità organizzativa da parte di ogni singola scuola, ma, dall’altra parte, presuppone anche una dotazione di modelli e strumenti specifici per la gestione dei percorsi stessi e i processi individuali di orientamento di ogni singolo studente, così come richiesto dalla norma stessa, che precisa come l’alternanza scuola lavoro “ora si innesta all’interno del curricolo scolastico e diventa componente strutturale della formazione al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti” (Legge n.107/2015, art.1, comma 33)” (Guida operativa Alternanza Scuola Lavoro, Miur, 2015).

Con il sistema a regime, le stime parlano di un milione e mezzo di giovani coinvolti, complessivamente, con un impatto rilevante sui processi scolastici, ma anche sulle imprese del territorio. Le scuole hanno la possibilità di contare comunque su alcuni punti fermi nell’integrazione di questa metodologia didattica nel PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa):

–              L’ampliamento dei contesti all’interno dei quali è possibile svolgere le esperienze in alternanza scuola lavoro. Non solo i contesti previsti dalla previgente normativa ma anche “gli ordini  professionali,  ovvero  con  i  musei  e  gli  altri istituti pubblici e privati operanti nei settori del patrimonio e delle attività  culturali,  artistiche  e  musicali,  nonché  con  enti  che  svolgono  attività afferenti  al  patrimonio  ambientale  o  con  enti  di  promozione  sportiva riconosciuti dal CONI” (art. 1 comma 34 L. 107/15);

–              La richiesta di sfruttare tutte le diverse tipologie di incontro con il mondo del lavoro all’interno del percorso in alternanza scuola lavoro che “può prevedere  una  pluralità  di  tipologie  di  integrazione  con  il  mondo  del lavoro (incontro con esperti, visite aziendali, ricerca sul campo, simulazione di impresa, project work, in e con l’impresa, tirocini, progetti di imprenditorialità, ecc.) in contesti organizzativi diversi, anche in filiera o all’estero, in un processo graduale articolato in fasi.” (Guida operativa Alternanza Scuola Lavoro, Miur, 2015). Abbiamo già precedentemente parlato di come le attività in alternanza non includano solo ore di stage in azienda o di tirocinio, ma che possano includere a pieno titolo anche l’orientamento, sia individuale, sia in gruppo (https://www.sorprendo.it/orientare-professioni/news/139-progettare-i-percorsi-in-alternanza-scuola-lavoro-non-solo-tirocini);

–              La possibilità di organizzare le attività di contatto con il mondo del lavoro anche durante “la sospensione delle attività didattiche” (art. 1 comma 35, L. 107/15). Ovviamente dovendo garantire degli impatti diretti sugli esiti di apprendimento previsti dal percorso formativo, questa modalità dovrebbe comunque prevedere dei momenti di valutazione e valorizzazione orientativa dell’esperienza durante il successivo anno scolastico;

–              La disponibilità di un Registro Nazionale per l’Alternanza scuola lavoro, gestito dalle Camere di Commercio, all’interno del quale le scuole possono ricercare le aziende disponibili ad accogliere gli studenti per le esperienze in alternanza scuola lavoro. La registrazione delle aziende è stata inizialmente frenata dai costi previsti per l’iscrizione al registro che però sono recentemente stati annullati. Il registro è disponibile al sito http://scuolalavoro.registroimprese.it/

–              Il necessario collegamento tra i percorsi in Alternanza e la riflessione orientativa sulle esperienze di contatto con il mondo del lavoro: “E’ importante, in particolare, che l’esperienza di alternanza scuola lavoro si fondi su un sistema di orientamento che, a partire dalle caratteristiche degli studenti, li accompagni fin dal primo anno per condurli gradualmente all’esperienza che li attende. L’attività di orientamento va concepita anche in vista delle scelte degli studenti successive al conseguimento del diploma quinquennale. Nell’ipotesi di scelte che indirizzino lo studente verso percorsi universitari o del sistema terziario non accademico, l’esperienza di alternanza si rivela strumento indispensabile di orientamento delle scelte lavorative e professionali successive al conseguimento del titolo di studio nel segmento dell’istruzione superiore.” (Guida operativa Alternanza Scuola Lavoro, Miur, 2015).

L’orientamento rappresenta quindi il sistema centrale di supporto dei percorsi di apprendimento in azienda. Nell’esperienza italiana il focus è stato posto soprattutto sugli aspetti di gestione dell’esperienza di alternanza (si veda la Guida operativa Alternanza Scuola Lavoro http://www.istruzione.it/allegati/2015/guidaASLinterattiva.pdf, emanata dal Miur) e, in parte, sui processi di apprendimento, mentre è quasi ignorato l’aspetto centrale dell’orientamento, come se lo studente possa definire il proprio futuro professionale quasi per un miracoloso automatismo, senza considerare tutti i potenziali fattori di errore che sono collegati a questa scelta.

L’orientamento deve quindi essere potenziato proprio in funzione di migliorare l’efficacia e il buon esito dei percorsi di alternanza. L’orientamento rappresenta anche un prerequisito per definire e sviluppare un sistema coerente di valutazione formativa delle esperienze in alternanza.

L’orientamento, individuale e di gruppo, può essere incluso nell’ambito del monte ore dell’alternanza, previsto dalla vigente normativa per tali esperienze, che prevede che “in preparazione all’attività da svolgersi in situazioni di lavoro, gli studenti partecipano a percorsi formativi e di orientamento, diversificati in relazione alla struttura in cui si svolgono o al tipo di istituto scolastico frequentato” (Guida operativa Alternanza Scuola Lavoro, Miur, 2015). Si tratta di garantire ad ogni studente un servizio fondamentale di supporto alla definizione del proprio progetto per il futuro, che tenga conto degli aspetti soggettivi, dei valori, delle motivazioni, degli interessi (anche extra-scolastici) e delle caratteristiche personali di ogni studente. Solo attraverso un qualificato lavoro di orientamento che coinvolga attivamente ogni studente, prima, durante e dopo l’esperienza di alternanza, sarà possibile presidiare e assicurare un positivo esito dei percorsi di alternanza.

In Italia, seguendo anche modelli già collaudati all’estero, esistono già esperienze molto positive in questo senso: la Regione Friuli Venezia Giulia, la Regione Marche e la Regione Umbria hanno utilizzato il software SORPRENDO per standardizzare e qualificare i percorsi di orientamento alle professioni nell’ambito del sistema scolastico e dei servizi di orientamento territoriali.

Per le scuole, dotarsi di strumenti in grado di supportare tutti gli studenti (e anche gli insegnanti) nel complesso processo di esplorazione e comprensione del mondo del lavoro e delle professioni, rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione di un modello di gestione dell’alternanza. In questo caso, con SORPRENDO ogni studente ha la possibilità di avere un proprio strumento personalizzato e dinamico per l’analisi dei propri interessi e abilità anche rispetto alle caratteristiche dei ruoli professionali che avranno occasione di incontrare nelle esperienza in azienda e identificare le competenze ‘strategiche’ che si possono acquisire sui luoghi di lavoro.

Per conoscere meglio il metodo di orientamento e le caratteristiche dello strumento sono in programma nelle prossime settimana numerosi Web Seminar gratuiti rivolti agli insegnanti e agli operatori di orientamento.